Negli occhi la verità LE PAROLE INGANNANO
- Categoria: EDITORIALE
- 15 Ottobre 2013
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Le parole ingannano. Abbiamo bisogno di incontrare parole di verità e invece i nostri giorni sono popolati di bugie, spesso mascherate da discorsi vestiti a festa.
Ci sono, accanto a noi, personaggi che sanno affabulare: sembrano descrivere fatti e situazioni e invece raccontano favole e dicono frottole. Le loro mani si allargano nel gesto dell’abbraccio, puntano il dito verso l’ascoltatore, si prendono la nostra fiducia e ci conducono lungo i sentieri del sogno, là dove le illusioni resistono come la neve sotto i raggi del sole.
Abbiamo bisogno di incontrare parole di verità o forse, molto più semplicemente, abbiamo bisogno di ritrovare la verità delle parole. A cominciare dalle più familiari, da quelle che ci vengono ripetute ad ogni piè sospinto: giustizia, democrazia, popolo, libertà, amore…
Un buon esercizio è il gioco dei contrari; provare a capire che cosa sarebbe se si scegliesse l’esatto contrario di quel che ci viene detto.
Un altro esercizio è quello suggerito da un grande filosofo: provare a generalizzare, provare a vedere se ciò che ci viene proposto possa valere come regola generale, da applicare in ogni situazione e per ciascuna persona…
Ma sono esercizi difficili: rischiamo di sbagliarci. Le parole rimbalzano come le immagini in una sala foderata di specchi.
Dobbiamo andare al di là dei discorsi. Dobbiamo sollevarci al di sopra del chiacchiericcio quotidiano. Dobbiamo liberarci dallo stanco vociare della televisione.
La Provvidenza ci ha messo nel cuore l’anelito ad incontrare non le parole di verità, ma la Verità medesima, che non si nasconde, ma si mostra nella sua essenziale nudità. “Conoscerete la verità e sarete uomini liberi” dice Gesù nel Vangelo. No, non promette una vita comoda, non apre la strada del lusso, non prospetta le soluzioni vincenti, ma la libertà, soltanto la liberà e quindi la capacità di progettare la propria esistenza, di prendere la propria bisaccia, di prendersi cura dei propri fratelli.
Guardiamo negli occhi i nostri bambini e vedremo il sorriso di chi non sa mentire. Chi ha parole di verità non abbassa gli occhi, non li nasconde dietro a studiati gesti delle mani, non ha bisogno dei riflettori della televisione. Chi dice la verità non promette traguardi, ma indica percorsi; non si pone in alto sul carro del vincitore, ma scende fra il popolo e cammina accanto a chi ha bisogno. Non chiede nulla per sé, ma dona collaborazione e conforto.
In una cultura attraversata da messaggi ingannevoli, la comunità cristiana ha il compito di liberarsi dalla frottola e di imparare a dire parole di verità.
La parola popolo, ad esempio: va sempre declinata pensando alla parola tutti.
Il popolo non è la folla che nella piazza attende un proclama. Né può essere quello che siede alla mensa, mentre altri, restano fuori dell’aula del banchetto. Non è quello che può fruire della scuola e gode del tempo pieno, dell’insegnante di sostegno e del servizio di scuolabus, contrariamente ai tanti che mancano di questi servizi. Il popolo è una pluralità di persone, anzi, è la pluralità delle persone. Tutti. Anche il popolo di Dio è l’intera comunità: laici e clerici, giovani ed anziani, maschi e femmine, europei ed asiatici, americani ed africani… tutti.
Proviamo a guardare negli occhi coloro che dicono di rivolgersi al popolo. Se anch’essi si sentono popolo, se anch’essi condividono il destino degli altri, se davvero ci guardano negli occhi, allora, nel loro sguardo scopriremo parole di verità.