NOI, ORA, GLI ALTRI
- Categoria: EDITORIALE
- 20 Gennaio 2016
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All’inizio di un anno che si apre con i colori della speranza, a conclusione di una stagione che tanti doni ha portato e, insieme, tante sofferenze e tanti dolori, riflettendo su quel che il mondo attende dalla premura dei cristiani e quel che essi chiedono alla generosità della Provvidenza, viene da pensare ad un programma d’azione che si può riassumere in tre piccole parole: Noi, ora, gli altri.
Noi. Il “Noi” viene prima dell’Io e prima del Tu. L’identità della persona si costruisce soltanto nel dialogo con l’altro. L’isolamento ha senso soltanto quando è raccoglimento, quando nell’interiorità si incontrano le voci e i bisogni del mondo. Altrimenti è prigionia, esilio, smarrimento. Noi, vuol dire attenzione alla comunità, permanente disponibilità al servizio, distanza da ogni narcisismo, rinuncia all’autoreferenzialità, capacità di condivisione e di ascolto, diventare viandanti che si fanno guidare dalla stella.
Ora. I ragazzi dicono now, ma il loro è un “subito” dettato dal proprio desiderio. Per i cristiani il subito discende dai bisogni del mondo. La terra ha bisogno del nostro intervento, ora, subito, now. Non può attendere. L’umanità ha bisogno d’essere liberata. Torture, uccisioni, depredazioni, violenze, delitti inauditi si consumano dietro l’uscio della nostra casa. Occorre agire, con determinazione. Ora.
Gli altri. Non sono una folla di anonimi: ciascuno di loro ha un volto, ognuno di loro ha una storia, vive una situazione più o meno problematica, tende una mano, che forse non vediamo, e manda una invocazione d’aiuto, che forse non ascoltiamo. L’anno Santo della Misericordia ci può donare la grazia di aprire gli occhi e di spalancare il cuore per accogliere chi ci porta in dono… il proprio bisogno. Buon 2016.
Nicola Paparella