Donne speciali al servizio della società Somma Vesuviana alle Suore Trinitarie
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- 15 Ottobre 2013
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Anno Giubilare Trinitario 17 dicembre 2012 17 febbraio 2014
È una testimonianza doverosa e storica in omaggio alle donne consacrate al servizio dell’uomo di oggi e della Chiesa. Nonostante le crisi, le critiche, le deformazioni, le degenerazioni e le devastazioni che subisce, la famiglia rimane un cardine della società. Ha bisogno però di una mano generosa che l’aiuti ad educare i figli ed ad accogliere gli emarginati nella propria casa. Le donne consacrate a questa missione sono da ammirare e sono numerose nel mondo. Alcune di esse hanno offerto la propria vita per salvare i piccoli; molte di loro sono state addirittura premiate da Dio col martirio. A loro va la stima e il cordiale “grazie”, perché esse contribuiscono a manifestare il mistero e la missione della Chiesa con i loro molteplici carismi di vita spirituale e apostolica, aperti all’azione dello Spirito concorrono a rinnovare la società.
Questa testimonianza è rivolta particolarmente alla Comunità delle Suore Trinitarie di Somma Vesuviana, totalmente consacrate all’educazione alla vita e alla fede non solo dei piccoli, ma anche di adulti in cerca di Dio. Un appello alla memoria degli anni ‘40 e ‘50. Le persone più anziane di Somma si ricorderanno di quegli anni belli dell’allora giovane Comunità dei Padri Trinitari del Casamale. In quegli anni i Padri educavano e formavano, con l’esempio e l’insegnamento, un centinaio di ragazzi aspiranti alla vita religiosa (detti dal popolo Monacelli), ma nello stesso tempo si dedicavano all’apostolato della parola e del sociale, imitando Gesù che operava e insegnava. I Trinitari avevano a cuore particolarmente il quartiere Casamale - che li ospitava - alquanto depresso sotto l’aspetto religioso, sociale ed economico. Avevano un preferenza per i più deboli: gli operai, gli orfani e i ragazzi di strada. La fede insegna che quando si desidera fare del bene all’altro in difficoltà, vedendo in esso il volto sofferente di Cristo, lo Spirito Santo lo rende creativo: ispira idee e progetti e dà la grazia di realizzarli, dando anche la forza di affrontare e superare gli ostacoli, che il “nemico” contrappone, e la forza di soffrire.
La Villa “Anna De Lieto”
A pochi passi dal seminario trinitario vi era una villa abbandonata, di proprietà del cav. Napolitano, antica residenza estiva della famiglia. Sognavano e pensavano che quella villa poteva diventare un luogo per accogliere i bambini orfani, figli di operai e tanti ragazzi di strada, oppure utilizzarla per altre opera sociali. Il cav. Napolitano e sua figlia Anna, a cui era stata ceduta la villa, stimavano molto i Padri Trinitari di Somma Vesuviana. Anna era sposata all’ingegnere De Lieto. Approfittando di questa stima, un bel giorno due sacerdoti della comunità trinitaria, sfidando ogni scetticismo, si recarono a Napoli dai proprietari.
Furono accolti con gioia da Anna De Lieto. A lei espressero per prima la “temeraria” richiesta di donare la villa per farne un focolaio di amore a favore della fascia più debole della società: gli orfani, figli di operai deceduti sul lavoro.
La signora ascoltò con interesse la richiesta e poi chiamò il papà, il Cav. Napolitano. A lui rivolsero la stessa “temeraria” domanda. Il suo atteggiamento infuse fiducia. Ambedue chiesero: “Chi si occuperà della vostra opera?”. Risposero i Trinitari: “una comunità di suore”. “Pensiamo innanzitutto alle Suore dell’Istituto delle vostre due sorelle religiose - rivolgendosi alla sig.ra Anna De Lieto“. La signora le consultò subito per telefono, ma come si prevedeva, la proposta non fu accolta. Proposero allora le Suore Trinitarie di Roma. Anna De Lieto rispose: “andrò a Roma tra qualche giorno, mi recherò a parlare personalmente con la Madre generale”. Felici per la notizia, i due sacerdoti precedettero la sig.ra De Lieto nell’informare la Madre Generale, Suor Raffaella di San Francesco D’Assisi, sia del progetto, sia della proposta di donazione della Villa, sia dell’imminente visita della benefattrice e la pregarono di non rifiutare questa occasionedi Dio. Al colloquio era presente anche suor Matilde, all’epoca, Maestra delle novizie, eletta poi Superiora Generale. Siamo nel luglio del 1951. Suor Matilde e suor Agnese, la vicaria generale, visitando la Villa De Lieto esclamarono con stupore: “questa Villa ci viene offerta gratuitamente?”. Risposero i due Trinitari: “non ci saremo mai permessi di giocare con voi! L’offerta è reale e sincera, purché le suore realizzeranno il progetto socio-apostolico”.
La Madre Generale destinò una somma per iniziare i lavori di restauro, a cui anche la sig.ra De Lieto, qualche giorno dopo, ne aggiunse un’altra ancor più generosa. L’Istituto fu intitolato alla sig.ra Anna De Lieto, generosa benefattrice.
di Padre Antonio Smoraldi